quaderni del Cesaf: Il capitalismo di sorveglianza

Produzione e distribuzione

In termini strettamente economici bisogna ben distinguere l’allocazione delle risorse e della ricchezza prodotta, dalla distribuzione delle risorse e della ricchezza prodotta medesime. L’allocazione e quindi la formazione di un capitale (da cui il capitalismo nelle sue molteplici aggettivazioni anche di natura ideologica), un monte risorse, un insieme di beni, di ricchezza prodotta ed accumulata per produrre altri, nuovi beni ed altra nuova ricchezza non è stato, e non è altro, se non il metodo più naturale, in seno ad una comunità economica, di svilupparsi e prosperare a partire dalle società primordiali fino ai nostri giorni. Altro concetto economico attiene ad una visione e connotazione meno tecnica e più politica nel distribuire le risorse disponibili e la ricchezza prodotta applicando le dottrine e le metodologie del comunismo, del socialismo, del libero mercato, del neo liberismo, dell’economia sociale di mercato, dell’economia Keynesiana e loro diverse derivazioni, applicazioni, interpretazioni. Questi due archetipi, questi due modelli economici, stanno subendo, e sono sottoposti, ad una rivoluzione copernicana nel corso del XXI secolo prodromico del terzo millennio. Una terza via, una alterità delle fasi di produzione e di distribuzione di beni e servizi si sta sempre più vigorosamente affermando e materializzando in questi ultimi tempi, sovvertendo e prendendo il posto di quella “economia classica” sul viale del tramonto e prossima alla obsolescenza pratica ed applicativa, ma non scientifica. Il punto di svolta, il detonatore, la scintilla che ha innescato il cambiamento è insita ed è conseguenza dell’utilizzo delle tecnologie algoritmiche che hanno trasformato il funzionamento del mercato in una macchina che aggrega e diffonde la conoscenza collettiva senza permettere ai singoli di occupare una posizione epistemica (di compiuta e sufficiente conoscenza) all’interno del mercato stesso. La pratica applicazione di queste tecnologie, supportata e potenziata di recente dalla intelligenza artificiale, consente di monitorare, e purtroppo controllare, i comportamenti degli aggregati sociali. Il “sistema” attinge informazioni di qualsiasi tipo senza soluzione di continuità dalla molteplicità di dispositivi con cui le persone interagiscono nella vita quotidiana sviluppando la sua “potenza” algoritmica con i dati personali provenienti da dichiarazioni dei redditi, cartelle mediche, casellari giudiziari, estratti conto bancari, screening genetici, dati fisici come l’ubicazione, la biometria, il monitoraggio delle telecamere a circuito chiuso abilitate al riconoscimento facciale, informazioni raccolte sui social dalla interlocuzione con familiari ed amici. L’interconnessione tra strumentazioni tecnologiche, intelligenza artificiale, ambienti sociali, ambienti politici, ambienti economici, ambienti finanziari comporta e produce una radicale evoluzione e mutamento nei rapporti tra lo Stato, il mercato e le persone, coevamente e parallelamente tra potere legale, società, capitale, produzione e distribuzione. Si concretizza di conserva, di pari passo, una architettura globale di “sorveglianza” cioè di monitoraggio e conoscenza funzionali al controllo, alla asservita veicolazione di scelte decisionali solo apparentemente spontanee, ma in realtà eterodirette. Una oculata ed interessata vigilanza, ubiqua e sempre all’erta, che osserva ed indirizza il comportamento di ogni singolo individuo per indurlo a fare il tornaconto, il profitto, di un gruppo ristretto di soggetti i quali dalla compravendita dei nostri dati personali e delle predizioni sui nostri comportamenti futuri traggono enormi ricchezze ed un potere sconfinato. Traslando e posizionando questa asserzione esegetica nell’ordine economico si definisce e si plasma il “capitalismo della sorveglianza” cioè uno scenario alla base di un nuovo sistema, un nuovo assetto socio economico che sfrutta l’esperienza umana sotto forma di dati come materia prima per pratiche commerciali subliminali, gestione del potere, governo ed indirizzamento sociale, generazione surrettizia delle regole democratiche, precarietà delle libertà individuali. Si parte e ci si appropria dell’esperienza umana, oramai divenuta materia prima gratuita, per trasformarla in dati comportamentali, per poi venderli come prodotti di previsione in un nuovo commercio quello dei c. d. mercati comporttamentali a termine dove operano imprese desiderose di conoscere il nostro comportamento futuro.

Mdl Giuspeppe Taddei

Pubblicato da maestrilavoro

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