Un Natale piacevole ed in compagnia

Intorno agli anni 2000 fu coniato il neologismo, tutto italiano di “cine panettone” riferito ai film di carattere comico che di solito venivano fatti uscire durante il periodo natalizio. La nuova locuzione, come si ricorda, fu introdotta in senso dispregiativo dai critici cinematografici per indicare quei film, a vocazione principalmente commerciale, da proiettare nelle sale cinematografiche durante le festività di fine anno.

L’arcaismo combinava ed univa il nome di uno dei più tradizionali dolci natalizi, il panettone appunto, ed il genere di commedia comica all’italiana a buon mercato. Nella titolazione e nell’ambientazione si faceva riferimento alle vacanze di natale da trascorrere in località esotiche o sciistiche, plessi turistici internazionali, capitali di tutto il mondo.

Verosimilmente appare assai difficile riprodurre quella scanzonata, variopinta, leggera atmosfera di festa e di frivolo divertimento per connotare le giornate che in quest’anno 2022 saranno dedicate alla celebrazione della nascita di Nostro Signore ed al transito verso il nuovo anno.

E’ storia recente quella della chiusura di molte attività industriali e commerciali a causa dell’insostenibile costo degli approvvigionamenti energetici. Tutti gli indicatori economici prevedono che nel corso dell’ultimo trimestre dell’anno una famigli su tre farà fatica a pagare le bollette di luce e gas. L’anno che sta per concludersi è stato caratterizzato da una serie di eventi che hanno messo in crisi gli italiani e la loro quotidianità a partire dalla pandemia, ancora non definitivamente sconfitta, la crisi climatica, la guerra, l’inflazione.

Difficilmente nelle affascinanti piazze della nostra bella Italia si faranno gli alberi di Natale, non ci saranno le festose luminarie, negozi e locali non esporranno le consuete insegne luccicanti. Da nord a sud nelle città del “bel paese” questo Natale rischia di essere il più austero di sempre. Una austerità che spingerà le famiglie a comportamenti vieppiù indirizzati ed incanalati nel solco della sobrietà, della frugalità, della moderazione, della parsimonia, della essenzialità, della morigeratezza.

Plausibilmente si transiterà da una condizione, una vivibilità strutturata su una concezione esistenziale strettamente materialistica e consumistica per approdare ad un modo di vivere, e concepire la vita stessa, secondo la cifra della metafisica e della trascendenza. Più semplicemente tenere presente e partire dagli aspetti più autentici e fondamentali della realtà, con particolare riferimento alla sacra ricorrenza che si vuole celebrare, ed acquisire quel valore aggiunto di un “sentire” più autentico; trascendere, passare dalla festa della tavola alla percezione ed alla sensibilità immateriale dello spirito della ricorrenza natalizia che si festeggia.

Cogliere l’occasione, trasformare, rivisitare e riconsiderare, anche con modalità assiologica, cioè ripensando, riprendendo e riproponendo la scala dei valori morali, un contesto che solo apparentemente si appalesa con i caratteri cupi della tristezza, della malinconia, della rinuncia, della ristrettezza, della mestizia, del pessimismo, della nostalgia volgendo lo sguardo agli anni passati.

Guardando all’evo presente, aggiornando e parafrasando la filmografia di inizio secolo, appare opportuno e verosimile, responsabilmente, asseverare un “Natale in eutrapelia”.

Eutrapelia non è una località esotica, turistica ed ancor meno una capitale. E’ una concezione, un modo di vivere, una categoria panglossiana, cioè vivere nel miglior modo possibile in funzione del contesto in atto. E’ anche una condizione di equilibrio per un diverso, nuovo e più ragionato paradigma esistenziale.

In estrema sintesi il lemma vuole indicare la moderazione, l’uso del tempo libero non dedicato al lavoro e destinato allo svago, alla ricreazione, alle attività ludiche. La concettualizzazione dell’eutrapelia trova origine nello studio della morale di Aristotele che la rappresenta come una virtù. Dante Alighieri nel Convivio parla dell’eutrapelia definendola come la decima virtù, una virtù che nell’attualità appare assai difficile recuperare. Essa è una virtù contigua alla modestia ed aiuta a non darsi troppa importanza a non cedere alla superbia. Con provocazione sardonica Chesterton (Gilbert Keith Chesterton scrittore e giornalista 1874-1936) diceva che il motivo per cui gli angeli volano è perché si prendono alla leggera. Diversa e più austera congettura è quella che individua nell’eutrapelia non un mezzo ma un fine per migliorarsi, la virtù che conferisce distacco ed eleganza spirituale, la virtù che consente di cogliere ed apprezzare i doni della vita, la virtù dei santi e di coloro che non esitano a lanciarsi con entusiasmo nella risposta all’invito di Cristo. Ne sono stati esempi San Francesco D’Assisi, San Filippo Neri, San Francesco di Sales che nella sua opera “Filotea – Introduzione alla vita devota” parla di un sano, buon umore cristiano che deve allietare il cuore e non offendere nessuno.

Non ultimo San Tommaso D’Aquino che nella sua Somma teologica (Summa Theologiae) scrive: “L’uomo ha bisogno del riposo fisico per ritemprare il corpo, il quale non può lavorare di continuo a causa dei limiti delle proprie energie, così ne ha bisogno per l’anima, le cui forze sono adeguate solo per determinate attività.”

Ispirandosi, facendo tesoro, acquisendo con coscienza economica questa virtù, questa sana concezione teologica e teleologica da traslare e porre a fondamento di una rivisitazione del presente complessivo contesto sociale e macroeconomico, appare irrinunciabile appropriarsi e promuovere una inversione di rotta tendente a trovare un equilibrio tra l’eutrapelia ed il divertimento, il diletto senza limiti e ad ogni costo. In ambito economico una prima dottrinale intuizione propositiva in questa direzione è stata la formulazione del concetto di decrescita.

La decrescita è una corrente di pensiero politico, economico e sociale volta alla riduzione controllata, selettiva e volontaria della produzione, dei consumi, dell’accumulazione illimitata di ricchezza finanziaria. Il suo obiettivo è di stabilire relazioni di equilibrio ecologico fra l’uomo e la natura, porre dei limiti allo sviluppo incontrollato, generare equità tra i popoli. Uno dei principali fautori della decrescita è stato l’economista Serge Latouche che ha prospettato una inversione di tendenza rispetto alla produzione esorbitante di merci, al consumo intensivo delle risorse naturali non rinnovabili, nonché a ricostruire un rapporto armonico tra uomo e natura, a restituire una prospettiva di futuro ad una civiltà che sta andando incontro alla autodistruzione.

Le festività natalizie sono un momento magico dell’anno. Viviamo questa magia tralasciando e dimenticando l’illusoria sfrenata corsa consumistica e materialistica per vivere con inalterata, moderata, allegria, esultanza, appagamento, gioia di vivere i veri valori del Natale che sono quelli spirituali. In questo frangente fermiamoci un attimo, dedichiamoci qualche istante di condivisione in famiglia (le nostre nonne ci dicevano Natale con i tuoi).

Ricordiamoci delle persone care, ancorché non più tra noi, alle quali continuiamo a voler bene. Sentiamoci parte di una storia più grande che non si ferma alla nostra esistenza ma che prosegue con le generazioni future. Continuiamo a nutrire speranze, desideri e sogni. Prendiamoci cura della nostra spiritualità intesa nel senso più ampio del termine, del nostro mondo interno e della nostra anima, di quello che siamo nella sostanza, oltre l’apparenza. Rammemoriamo e rivalutiamo tautologicamente la spiritualità del Natale che ci mette sul cammino che ognuno di noi compie alla ricerca delle sue radici. Non di meno prendiamoci del tempo per noi, per celebrarci, rispettarci, darci il giusto valore come persone, ricaricandoci di sentimenti positivi per affrontare l’anno che verrà.

Mdl Gisueppe Taddei 

Pubblicato da maestrilavoro

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