Sicurezza del cittadino: l’ITIS Ferraris incontra Il neo questore di Caserta

La sicurezza dei cittadini rientra nella casista più ampia della sicurezza in generale. Un tema che il Centro Studi ed alta Formazione Maestri del lavoro d’Italia sta affrontato nelle scuole partner nell’ambito del  progetto di Alternanza scuola lavoro.  Le disposizioni ministeriali prevedono  un percorso obbligatorio per gli studenti di dodici ore  prima di essere inseriti nei cicli produttivi per l’Alternanza.  Nel  caso specifico dell’ISIS Galileo Ferraris di Marcianise  il programma è stato ampliato con seminari ed incontri con le istituzioni al fine di dare agli studenti una panoramica più vasta di come lo Stato si muove in questo settore.

Da qui l’invito al neo questore di Caserta dott. Antonio Borrelli ed al sindaco di Caserta Antonello Velardi di svolgere un seminario  che come è stato giudicato dal dirigente scolastico Domenico Caropreso  “sicuramente il momento più importante di tutte le iniziative che stiamo portando avanti e si inserisce a pieno titolo nell’ambito dell’educazione alla legalità.”

“Non possiamo trascurare la collaborazione del centro studi ed altra formazione  maestri del lavoro d’Italia –  ha continuato il dirigente scolastico nel sua introduzione – che ci sta  coadiuvando per tutto ciò che concerne l’alternanza scuola lavoro, modalità che ci permette veramente e concretamente di confrontarci con il territorio. Tutto quello che stiamo facendo ha un filo logico, un filo conduttore. Se guardate alle mie spalle leggete due parole nella locandina della manifestazione: job e education, cioè due parole che appartengono apparentemente a mondi diversi: al mondo del lavoro ed al mondo dell’educazione intesa come formazione.”

Nonostante  la crisi che investe il paese  e forse forte della tradizione industriale del territorio di Marciane per gli studenti dell’ITIS Ferrais ci sono state delle opportunità lavorative per i giovani studenti che frequentano  la  scuola. A tutti durante il colloquio  viene chiesto  principalmente il  requisito del rispetto delle regole  e delle norme del buon vivere civile e successivamente le loro  competenze.

Per Marcianise la  scuola rappresenta il luogo primariamente deputato alla formazione dei giovani e, nell’ottica di una reale prevenzione, deve aiutare i ragazzi ad assumersi delle responsabilità, sviluppare in loro la coscienza civile e la convinzione che la legalità conviene e che, laddove ci sono partecipazione, cittadinanza, diritti, regole, valori condivisi, non ci può essere criminalità.

La legalità è un’opportunità in più per dare senso al  futuro. In tale direzione, promuovere la cultura della legalità nella scuola significa educare gli alunni al rispetto della dignità della persona umana, attraverso la consapevolezza dei diritti e dei doveri, con l’acquisizione delle conoscenze e l’interiorizzazione dei valori che stanno alla base della convivenza civile. La scuola, però, non può essere l’unica agenzia educativa ma deve condividere questi obiettivi con altre istituzioni.

La domanda di sicurezza

I motivi per cui si è risvegliato questo bisogno sono molteplici: la trasformazione rapida delle nostre città con la perdita di reti sociali e di conoscenza reciproca, la diminuzione degli esercizi commerciali di vicinato, la diminuzione della capacità della famiglia di rappresentare un forte ambiente di protezione per i suoi componenti, la presenza sempre più numerosa di persone anziane e single più soli e fragili rispetto ai contesti in cui vivono, la presenza di stranieri concentrati in alcune strade e quartieri che accresce il senso di non appartenenza e non identificazione, la presenza di aree dismesse, degradate o poco vissute con l’impressione di abbandono che comunicano, le azioni della microcriminalità percepite dai cittadini in modo molto più profondo della grande criminalità e della criminalità organizzata, la diffusione di pratiche di indebitamento e relativa caduta nelle maglie dell’usura, l’amplificazione della paura a opera dei mezzi di comunicazione di massa, la sollecitazione continua verso catastrofi incombenti, l’uso della paura fatto da governi.

La molteplicità delle ragioni della ricerca di sicurezza da parte dei cittadini denota la complessità del problema, che non si risolve semplicemente, e chiama in causa una molteplicità di azioni che le Amministrazioni Pubbliche sono chiamate a realizzare.

La sicurezza è un bene pubblico

La sicurezza è uno dei pilastri su cui si fonda lo Stato moderno. La possibilità di vivere e di preservare la propria integrità fisica e la propria incolumità è desiderio primario di ogni essere umano. Garantire la sicurezza in assoluto infatti implica garantire l’assenza di rischio, ciò che è impossibile, a meno che una persona non venga isolata da tutti gli altri che potrebbero costituire un pericolo per la sua sicurezza. La sicurezza dunque più che un bene soggettivo, di ogni singola persona, si configura come un bene pubblico, dato dall’equilibrio tra il diritto a non correre rischi e il diritto alla libertà e alla vita di tutte le altre persone. Quando si parla di sicurezza dunque si parla di equilibrio, quell’equilibrio che è stato trovato negli Stati moderni, dove i cittadini non si fanno giustizia da sé perché c’è lo Stato, attraverso apparati burocratici specifici, che garantisce la sicurezza di tutti. È questo patto che le Amministrazioni Comunali hanno il dovere di riprendere, sostenere e applicare anche a livello locale, poiché al di fuori di esso esplode la paura individuale e si radica solo la prepotenza del più forte.

L’Unione Europea raccomanda la predisposizione di strategie comuni per la sicurezza delle città, in base all’ipotesi che si possano stabilire criteri di prevenzione della criminalità attraverso la pianificazione urbana e la costruzione degli edifici.

Gli indirizzi che ne emergono sono molto concreti nel proporre cosa fare, aiutano a capire le ragioni che aumentano la paura, e forniscono un panorama di provvedimenti capaci di intervenire in tutti gli ambiti che possono aiutare ad accrescere il senso di sicurezza: le reti sociali e familiari, il senso di appartenenza e identificazione nei quartieri; l’animazione, il ritrovo, la presenza di persone, la mescolanza di gruppi socio-economici diversi, la collaborazione con le persone del territorio, l’integrazione degli insediamenti residenziali nel sistema urbano; l’attenzione agli spazi pubblici, alla loro illuminazione, alla manutenzione, ai percorsi pedonali, agli accessi agli edifici; la qualità delle abitazioni e dei quartieri, dell’arredo urbano e della cartellonistica; la sorveglianza, la presenza di Forze dell’ordine specie dei Vigili di quartiere.

Pubblicato da maestrilavoro

ll “Centro Studi e Alta Formazione Maestri del Lavoro d’Italia” in sigla “CeSAF MAESTRI DEL LAVORO” è legalmente costituito in associazione culturale, senza scopo di lucro. Cura e promuove la formazione dei Maestri del Lavoro aderenti e degli affiliati laici intesi come persone non insignite Stella al Merito, ma che perseguono gli stessi fini quali: favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e a diffondere i sani principi a esso connessi, così come richiesto dal decreto del ministero del lavoro firmato dal presidente della repubblica per l’assegnazione della Stella al Merito.