QUANDO CASERTA ERA CHIAMATA LA BRIANZA DEL SUD

L’INDUSTRIALIZZAZIONE DEGLI ANNI SETTANTA
QUANDO CASERTA ERA CHIAMATA LA BRIANZA DEL SUD
Un incontro per tramandare alle nuove generazioni entusiasmi, aspettative e delusioni del tempo che fu

di Mauro Nemesio Rossi

Il consolato casertano dei maestri del lavoro, in occasione delle celebrazioni del 60° anniversario della nascita dell’Unione degli Industriali di Caserta, non poteva fare a meno di rendere un doveroso omaggio ad una organizzazione, quella degli imprenditori, che ha determinato il percorso di sviluppo dell’economia di Terra di Lavoro dal secondo dopoguerra fino ad oggi, ed è proiettata verso un futuro su cui sono puntate molte delle speranze delle nuove generazioni. Il seminario dal titolo “L’industrializzazione degli anni Settanta – esperienze a confronto”, che si è svolto nella giornata di martedì 22 novembre 2009, con la collaborazione appunto dei maestri del lavoro, è stato destinato ai giovani studenti delle scuole superiori, allo scopo di analizzare alcuni degli elementi qualificanti della crescita industriale degli anni Settanta, che portò a far definire la provincia di Caserta “la Brianza del Sud”. Il mutamento epocale della provincia che servì a cambiare radicalmente un’economia prevalentemente agricola in una industriale, permise il ritorno in patria di numerosi immigrati in Germania e nei paesi europei, ricollocandoli nella propria terra di origine. La fase di sviluppo dotò il Casertano di molte infrastutture che gli permetteranno, in futuro, di divenire cerniera tra il Mediterraneo e il resto d’Europa. Ma scopo dell’incontro è stato anche quello di tramandare alle nuove generazioni una realtà lavorativa segnata da entusiasmi, aspettative e, perché no, anche da forti delusioni. Il tema scelto ha riguardato un periodo lungo poco più quattro lustri, che sono stati testimoni epocali di una trasformazione tra le più rapide e significative della storia.

La presenza di insediamenti sul territorio di multinazionali di prestigio fu fondamentale nell’evoluzione dei costumi, nel dare benessere, nel trasformare la vocazione culturale e creare forti aspettative nella collettività. Un modello di sviluppo che, se da un lato aveva grandi pregi, portava in sé anche gravi difetti. Tra questi, quello che la modernizzazione non veniva dal basso, ma piuttosto imposta da forze esogene. Insomma, non senza traumi sociali si registrava un cambiamento antropologico della provincia, mentre la gestione e il potere decisionale rimanevano nelle mani di personaggi che con il Sud non avevano niente a che fare. E si trattò, secondo alcune correnti di pensiero, di una colonizzazione industriale basata su interessi finanziari più che industriali, con tutte le conseguenze negative che questo termine comporta. Così la gerarchia di vertice aziendale e le decisioni erano prese sempre da centri di potere che rimanevano esterni al territorio, collocati perlopiù al nord del Paese se non addirittura all’estero.

«Si è trattato di un incontro fondamentale che merita di essere riproposto – ha commentato il presidente dell’Unione degli Industriali di Caserta Carlo Cicala – i maestri dei lavoro, tutti protagonisti della storia di quell’epoca, hanno tracciato e portato a conoscenza degli studenti una realtà industriale sconosciuta ai più, che rischia di andare perduta oltre che non tramandata alle giovani generazioni. Le trasformazioni e le difficoltà cui andavano incontro migliaia di lavoratori, che in quel sistema produttivo hanno alimentato speranze, sono diventate realtà, illusioni e anche delusioni e amarezze. Ho apprezzato molto – ha sottolineato Cicala – il riconoscimento che i maestri del lavoro hanno dato al ruolo svolto dall’Unione degli Industriali, che è stata sempre punto di riferimento verso l’esterno della realtà locale e luogo di mediazione nelle controversie sindacali».

I temi affrontati sono stati discussi con passione da molti studenti delle scuole superiori presenti, i quali hanno potuto ascoltare le relazioni di Carlo Paschetta responsabile di settore dell’Olivetti Marcianise (ha parlato di “Olivetti nascita e tramonto di un mito italiano”); Salvatore Bizzarro, Qualità assurance and metrology 3M Italia (“La 3M Italia la realtà produttiva casertana di una multinazionale americana”); Adele Lo Masto della Snibeg (“L’evoluzione tecnologica della Coca Cola”); Antonio Maroncelli dell’Enel (“L’adeguamento dei servizi energetici in una provincia che cresce”); Carlo Iacone del Banco di Napoli (“Incentivi negli anni settanta e rapporti con le banche”). A fare da navigatore lungo questo percorso è stata la mostra fotografica curata da Mauro Nemesio Rossi e allestita per la prima volta nel Palazzo Reale, in occasione della venuta a Caserta del presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, intitolata “Frammenti di storia”. Mostra che è anche diventata Dvd, trasposizione in chiave multimediale del recupero fotografico realizzato.

Pubblicato da maestrilavoro

ll “Centro Studi e Alta Formazione Maestri del Lavoro d’Italia” in sigla “CeSAF MAESTRI DEL LAVORO” è legalmente costituito in associazione culturale, senza scopo di lucro. Cura e promuove la formazione dei Maestri del Lavoro aderenti e degli affiliati laici intesi come persone non insignite Stella al Merito, ma che perseguono gli stessi fini quali: favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e a diffondere i sani principi a esso connessi, così come richiesto dal decreto del ministero del lavoro firmato dal presidente della repubblica per l’assegnazione della Stella al Merito.