Prima parte
Apparirà forse strano ed inatteso, ma se si va ad indagare dalla cosmesi maschile e femminile come la lozione che si applica sul viso la mattina, fino al bicchiere di vino che si sorseggia accompagnato dagli stuzzichini dell’aperitivo serale, molto spesso si ha a che fare con la bioeconomia. In realtà la “categoria” bioeconomica, il concetto bioeconomico, non è recente ma risale al secolo scorso ed è stato teorizzato dall’economista romeno Georgescu-Roegen. Egli ha traslato, elaborato ed applicato un principio della fisica, quello della termodinamica, alla economia. In particolare si è soffermato sul secondo principio della termodinamica che individua l’entropia cioè una “funzione di stato” (una variazione tra due punti, tra due grandezze una iniziale ed una finale), che misura la perdita di energia in un processo produttivo. Applicando questo concetto alla economia, in particolare alla economia della produzione, ne risulta che ogni processo produttivo (terziario compreso) incrementa inesorabilmente ed irreversibilmente l’entropia del “sistema terra”. In altre parole tanto più si produce tanta più energia si rende indisponibile e si sottrae alle generazioni future. Contestualizzando ed attualizzando ragioni, modalità, finalità tipiche dei sistemi economici fin qui pensati ed adottati si rende necessario, ed appare fin troppo scontato, approdare ad un nuovo paradigma che vada a premiare non tanto la massimizzazione delle merci prodotte, ovvero un processo massimamente redditizio, produttivo e veloce, ma, piuttosto entropicamente efficiente. N.d.r. In economia si dice anche che un guadagno di tempo si paga in energia. In tal senso, in tale direzione la bioeconomia vuole essere una risposta: alle sfide ambientali contemporanee, a mitigare gli effetti del cambiamento climatico, a ridurre l’uso di combustibili fossili. La complessa categoria bioeconomica comprende ed interconnette tutte quelle attività economiche che utilizzano risorse biologiche rinnovabili come la terra, il mare, le colture, le foreste, i pesci, gli animali ed i microrganismi per produrre cibo, materiali, energia. Della bioeconomia fa parte il sistema socio economico legato ai comparti della produzione primaria come agricoltura ed acquacoltura, ed i settori industriali che utilizzano o trasformano le risorse biologiche provenienti da questi comparti come l’industria alimentare, quella della cellulosa, della carta, ma anche parte dell’industria chimica, energetica e biotecnologica. La pratica attuazione del principio bioeconomico si realizza attraverso un modello che pone al centro la natura, promuove una industrializzazione c.d. intelligente, utilizza risorse biologiche convertite in prodotti a valore aggiunto come cibi e bevande, oltre a bioenergie, biocarburanti, bioplastiche, servizi. La ratio della bioeconomia è quella di promuovere uno sviluppo sostenibile, in un quadro economico prospero e nel contempo rispettoso dell’ambiente, mediante la riduzione della dipendenza dai combustibili fossili e dalle risorse non rinnovabili. In tal modo si limita la perdita di biodiversità e l’utilizzo del suolo, rigenerando l’ambiente, creando una nova e diversa crescita economica ed occupazionale.
mdl Giuseppe Taddei