Note per governare un paese: La teoria generale di Keynes

Teoria generale Keynes

 

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La politica economica keynesiana si basa sulla considerazione che la variabile chiave che stimola produzione è quella che viene identificata come la Domanda Globale DG.

La domanda globale è costituita da Consumi delle famiglie ( C), la domanda di investimento delle imprese (I), la domande del settore pubblico attraverso la spesa pubblica  (G) e la domanda dei mercato internazionale attraverso le esportazioni (E).

DG = C+I+G+E

Una formula semplice dovuta all’economista Keynes nato nel 1883 curiosamente lo stesso anno di un altro grande economista Joseph Shumpeter entrambi sono venuti alla ribalta in un anno difficile e brutto per la storia della Spagna il 1936.

Fu in quell’anno che Keynes scrive la sua teoria generale, con la formula base i possono combattere i due grandi problemi di ogni economia che sono: La disoccupazione e l’inflazione.

Keynes sostiene che la disoccupazione è dovuta principalmente ad un errore nella domanda globale, quello che si deve fare e aumentarla.

La si può incrementare stimolando i consumi, quindi abbassare le tasse specie le imposte dirette così le famiglie hanno più soldi per comprare beni; oppure usare tassi di interessi più bassi riducendo il costo del denaro e stimolare le imprese ad investire di più; o aumentare la spesa pubblica in modo da costruire più scuole, più infrastrutture, ospedali ed altro; ed in ultimo promuovere le esportazioni attraverso un tasso di cambio più basso.

Queste sono le ricette per combattere la disoccupazione.

Per combattere l’inflazione è ovvio si fa al contrario.

Si ha inflazione perché la richiesta di beni è eccessiva. I prezzi salgono perché cresce la domanda e quello che si deve fare è articolare le misure per controllare la domanda globale.

La domanda globale si abbassa aumentando le tasse, aumentando i tassi di interesse, ridurre la spesa pubblica e aumentando il tasso di cambio

Keynes sostiene che la disoccupazione e l’inflazione non possono coesistere

Da disoccupazione tende ad abbassare la domanda e quindi c’è deflazione. E viceversa

Di fatto è una situazione contraddittoria.

La ricetta Keynesiana ha funzionato perfettamente dal 1945 al 1973

Nel 1973 arriva la crisi del petrolio ed è la prima volta nella storia moderna che inflazione e disoccupazione coesistono, cosa che Keynes non aveva previsto

Com’era possibile. Il caso va spiegato che l’inflazione non era dovuta alla domanda dei beni ma al lievitare dei costi.  I prezzi salgono perché i prezzi dell’energia e del petrolio salgono.

Il passaggio del barile di greggio da 4 dollari al barile a 35 dollari al barile fanno lievitare i prezzi e l’inflazione sale.  Così l’inflazione della domanda diventa inflazione dei costi.

Keynes a questo problema non ha dato risposte. Inoltre ci sono anche delle situazioni in cui inflazione e disoccupazione sono coesistenti e così Keynes è accerchiato. Le politiche keinesiane sono sostituite da quelle liberali, provenienti da Milton Friedman. Le politiche provenienti dal lato delle offerte che considerano che il bilancio dello stato deve essere neutrale. I tassi di interesse devono essere rimaneggiati solo per migliorare l’economia e soprattutto la crescita deve passare dal macroeconomico verso il microeconomico. Se bisogna combattere il livello dei costi questi debbono essere combattuti a livello aziendale. Combattere i costi salariali attraverso l’innovazione e la produzione delle imprese. Tra questi il miglioramento della competitività, il miglioramento della qualità, l’assistenza post vendita ed altro.

Si evidenziano quindi delle tendenze di politica economica da macro a micro. Milton Friedman diventa quindi i riferimento della situazione economica e Keynes viene messo da parte. La morte di Keynes.

Arriva il 2008 e Keynes risuscita perché la nuova disoccupazione creatasi non è coesistente con l’inflazione, ma in una situazione deflazionistica. La deflazione coesiste con la disoccupazione e la deflazione può essere pericolosa quanto l’inflazione.  La deflazione anche se crea l’aspettativa che i prezzi scenderanno rallenta il consumo, in modo che i prezzi possono scendere molto al disotto dei costi di produzione, così le aziende sono in perdita e costrette a chiudere.

Siccome disoccupazione e deflazione sono alla base dei problemi attuali, Keynes ha la risposta per combattere i due problemi contemporaneamente: Stimolando la domanda globale.

 

da un incontro con studenti per Alternanza scuola lavoro.

Pubblicato da maestrilavoro

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