Avviato il corso del Cesaf per gli sudenti dell’Istututo tecnico industriale F. Girdani di Caserta. Programmato nell’ambito del PCTO è rivolto agli studenti di informatica, meccanici, logistica e elettrotecnici. Relizzato e svolto dal presidente Mauro Nemesio Rossi, si avvalso della fattiva collaborazione del prof. Carmine Moniello e del prof. Domenico Cuccaro. Voluto dalla dirigente scolastica Antonella Serpico, ha come base uno studio per un’analoga inziativa realizzata da tecnici ed ammministrativi nel lontano 1973 per i diplomandi dell’Istituto Tecnico industrale “villaggio dei Ragazzi” di Maddaloni.
Allora non si parlava di Alternanza scuola lavoro, ma certamente il problema della preparazione dei giovani periti industriali da inserire nel ciclo produttivo, era altrettanto sentito. Mauro Nemesio Rossi era un giovane quadro intermedio della prestigiosa multinazionale Olivetti che da poco aveva insediato a Marcianise un suo stabilimento. Si costruivano apparati meccanici per telescriventi in un territorio che fino a qualche lustro prima era prevalentemente agricolo. Alle sue spalle aveva un titolo di perito industriale conseguito all’Alessandro Volta di Napoli e una serie di esami alla facoltà di ingegneria in via Mezzocannone a Napoli. Per accedere all’Università aveva dovuto superare una feroce selezione: 500 candidati per trenta posti. Inoltre aveva maturato 11 anni di lavoro e la responsabilità di selezionare le maestranze a Marcianise ed anche quella di curare uno degli uffici ritenuti più rilevanti per la produttività di una fabbrica: I Tempi e metodi. Fu chiamato da Don Salvatore D’Angelo e in un incontro quasi mistico, il grande sacerdote gli chiese di mettere su un corso di Introduzione alla vita di azienda. Lo scopo era quello di dare una cultura alternativa meglio calata nei cicli produttivi a 14 studenti.
I corsi furono programmati di sabato e di sera, di giorno c’era il lavoro in fabbrica. Ne venne fuori una esperienza esaltante così sintetizzata proprio dal preside Giacomo Giuliani nella pubblicazione che fu realizzata in ciclostile all’inizio dell’anno scolastico del 1973. Nella presentazione Giuliani scriveva:
“L’evoluzione sempre più spinta, nei campo nelle tecnologie Industriali, per ’evoluzione sempre più spinta, nel campo delle tecnologie industriali lo sviluppo incessante impresso della ricerca pura e applicata, l’utilizzazione di tecniche sempre più raffinate nei processi produttivi, hanno portato attualmente il mondo del lavoro ad uno sviluppo gigantesco che si evolve senza soste, direi quasi giorno per giorno.
Purtroppo, in questa affannosa corsa contro il tempo, il mondo della Scuola segue, al meno, nel nostro Paese, una evoluzione assai più lenta; si osserva che il divario tra le poderose strutture degli insediamenti industriali e quelle assai più modeste delle istituzioni scolastiche, va sempre più allargandosi creando: un solco profondo tra due campi di attività, che a lume di logica, dovrebbero sempre procedere di pari passo.
Di conseguenza di questo enorme divario è che i giovani tecnici diplomati dai nostri Istituti industriali, appena fuori dai banchi della 5cuola, si affacciano perplessi alla soglia del mondo dei Lavoro, del tutto sprovvisti di quell’abito mentale e di quelle, fondamentali cognizioni che favorirebbero il loro inserimento in un ambiente così diverso da quello che essi hanno appena lasciato alle loro spalle.
D’altra parte, i complessi industriali consci di questa carenza delle organizzazioni scolastiche, accolgono con freddezza i neo diplomati e giudicano la loro preparazione sempre molto al di fuori dei problemi di base del mondo del lavoro che sono poi i problemi che effettivamente essi devono affrontare.
Abbiamo, cosi assistito in questi ultimi anni ad un inserimento sempre più lento e difficile dei giovani diplomati dei nostri Istituti, nelle attività industriali. Anche se queste difficoltà potrebbero essere in parte giustificate: dalla dannosa congiuntura che da qualche tempo, affligge le attività produttive nel nostro Paese, sta di fatto che le Aziende oggi cercano di provvedere al mantenimento del proprio ciclo di produzione, per altre vie che possano eludere il più possibile l’assorbimento di nuovi tecnici sia spingendo al massimo l’automatismo dei processi sia incentivando con migliori prospettive economiche il rendimento dello stesso personale giù in servizio e in molti casi sottraendo ad altre Aziende, tecnici già maturi e preparati nel campo specifico delle proprie attività. Le considerazioni che precedono hanno guidato i dirigenti dell’Istituto Tecnico Industriale “villaggio dei ragazzi” di Maddaloni ad un tentativo di abbattere, almeno in parte, quelle barriere che si frappongono tra la scuola e il mondo del Lavoro, cercando di stabilire nelle linee fondamentali una saldatura tra le caratteristiche dell’esperienza scolastica e le esigenze della vita di Azienda. E’ sorta così l’idea d’organizzare per gli allievi dell’ultimo anno un corso di specializzazione nel quale fossero trattati problemi completamente nuovi fuori di ogni schema convenzionali e dai programmi scolastici.
Prof. ing. Giacomo Giuliani
Anno 1973