“Il sistema delle onorificenze, antico quando il mondo, è una cosa seria. E’ uno strumento che segmenta, secondo i principi vigenti nelle società, categorie di persone che meritano la considerazione dello Stato. L’articolo 87 della costituzione conferisce al capo dello Stato la prerogativa di assegnarle. Chiunque può segnalare i meritevoli presso la presidenza del consiglio, la prefettura che hanno uffici apposti che controllano vita, morte e miracoli, poi scelgono quelli che emergono per virtù. Virtù che bisogna conservare finché si vive altrimenti si rischia di infangare l’intero istituto dell’onorificenza.”
Quello sopra descritto è pressappoco l’incipit della trasmissione “Report” dal titolo “gli Onorabili” andata in onda su Rai 3 lo scorso anno.
Di fatto seguiva quanto il Centro Studi ed Alta Formazione aveva denunziato in occasione del Convegno nazionale dei Cavalieri del Lavoro che si tenne a Napoli nell’ottobre del 2012 nella sua pubblicazione, scaricabile in rete dal titolo “Cronache e curiosità di un maestro del lavoro sul Congresso napoletano dei cavalieri del lavoro”
Si erano raccolti i mugugni e i distinguo che gli industriali presenti e insigniti al merito del lavoro nei confronti di alcuni colleghi incappati nelle maglie della magistratura per reati commessi o che avevano in corso un giudizio e che erano stati inseriti nella scaletta degli interventi
La stessa onorificenza di cavaliere del lavoro dell’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi viene messa in discussione alla luce delle recenti sentenze della magistratura che lo hanno condannato per frode fiscale.
“L’alta onorificenza che sto per consegnarvi richiama ad una responsabilità verso la nazione che nel vostro lavoro e nelle vostre imprese già esercitate ma che ora si trasforma in un dovere aggiuntivo verso la res pubblica” disse il presidente Carlo Azeglio Ciampi in occasione della festa del lavoro del 2006 anno in cui allo scrivente fu conferita la stella al merito del lavoro.
Proprio così, un dovere aggiuntivo verso la nazione. Ma se nella legge istitutiva dei Cavalieri del Lavoro non si fa nessun riferimento esplicito, ben diversa è la posizione di chi è insignito dell’altra onorificenza al merito del lavoro quella che comporta il titolo di Maestro del lavoro.
In essa il richiamo ai principi della solidarietà sociale ed all’impegno morale di traghettare i giovani dalla scuola al mondo del lavoro, è chiaro.
Una missione che è alla base portate della nostra associazione, ma sfiora marginalmente la più blasonata federazione dei maestri del lavoro, dove i boiardi della dirigenza sembrano più propensi alla cena sociale ed alla conflittualità piuttosto che a mettere in pratica l’alto compito a cui sono stati chiamati.
Basta vedere l’ultimo ordine del giorno del cosiddetto direttivo dove la maggioranza dei capi in discussione riguardavano questioni di conflittualità nel Lazio, cariche di vice presidenze in contestate e per finire, immancabile ad ogni direttivo, quella che viene definita questione CeSAF.
E’ appena il caso di accennare alle gratuita considerazioni nei confronti del sottoscritto fatte a qualche neo insignito del Cavalierato del lavoro nella recente cerimonia, da parte personaggi che non ho mai conosciuto e spero di non conoscere mai. Episodi incresciosi che si ripetono continuamente sul quale è meglio stendere un velo pietoso.
Questi temi, insieme alla imminente necessità di rendere responsabile il legislatore a cambiare la legge delle onorificenze al merito del lavoro, saranno affrontati nelle presentazioni del volume:
“Maestri del lavoro in camicia nera” stampato dalle edizioni Rubbettino che si stanno svolgendo e si svolgeranno in vari circoli culturali del paese, librerie e scuole.
Intanto sono stati sensibilizzati i giovani studenti che condividono l’attività del Centro Studi ed Alta Formazione maestri del lavoro d’Italia a impegnarsi in nuove ricerche al fine di completare il lavoro intrapreso, Il prossimo libro sull’argomento porterà presumibilmente il titolo “maestri del lavoro dell’Italia repubblicana”
Il progetto lo sottoporremo alle nostre delegazioni ed ai maestri del lavoro di ogni parte del mondo con cui siamo in contatto al fine di raccogliere fonti attendibili e consegnare al paese uno spaccato sociale che fino ad oggi la federazione dei maestri del lavoro non è riuscita a dare nonostante si vanta di avere 16 mila iscritti.
A dimostrazione di quanto sto affermando basta consultare il sito maestrilavoro.it per rendersi conto del vuoto assoluto cliccando sulla finestra “attività” e sul quella maestri del lavoro nel mondo.
Su quest’ultima si può leggere da oltre un anno: “Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Curabitur posuere risus quis nunc vestibulum nec tempus tellus dignissim. Etiam vehicula suscipit sapien nec lacinia. Maecenas tincidunt mauris vel mauris malesuada quis eleifend diam tincidunt”
Una sezione martoriata di De finibus bonorum et malorum , un testo di Cicerone , con parole alterate, che lo rendono privo di senso e di non corretto latino: praticamente il nulla.