il presidente della consulta degli studenti al procuratore Cafiero de Raho

Buongiorno a tutti, buongiorno alla Preside, al dott. Rossi, presidente del CeSAF Maestri del lavoro d’Italia associazione culturale a cui mi onoro di appartenere, a tutti gli ospiti presenti e do subito il mio più caloroso benvenuto a nome degli studenti del liceo Manzoni di Caserta al dott. Federico Cafiero de Raho, della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.
Innanzitutto, voglio ringraziare a nome di tutti i miei colleghi, di tutti i miei amici sia il Dirigente Scolastico che il dott. Rossi, poiché sono sempre in prima linea quando si parla di legalità e riescono ad organizzare sempre momenti di sensibilizzazione al problema come questi, che non dovrebbero essere sporadici come in molte scuole, ma dovrebbero entrare nella routine scolastica in quanto non basta solo un libro per avvicinare ed informare la popolazione di un cancro sociale, come lo definisce don Luigi Merola, ormai amico di noi Manzoniani, come è la Camorra o più in generale la criminalità organizzata, ma c’è bisogno di esperti del settore che possano davvero far “sentire” il loro impegno e la loro lotta per mettere un fine a questo male, soprattutto attraverso le proprie testimonianze, che affligge non solo più i nostri territori ma ormai ha invaso completamente la nostra Italia.
A questo proposito ringrazio il dott. de Raho non solo per aver accettato l’invito del CeSAF di partecipare a questo confronto con noi studenti portandoci la sua diretta esperienza di cui sicuramente faremo tesoro, ma, soprattutto, ringrazio lui, come anche tutti coloro che si impegnano quotidianamente alla lotta contro la criminalità organizzata , a nome degli Studenti della Provincia di Caserta per il suo impegno instancabile e continuo che ormai dura da quasi 20 anni e che ha prodotto notevoli e lodevoli risultati di cui tutti noi dobbiamo essere fieri.
Concludo il mio intervento, il mio saluto, con un’osservazione che mi ha sconvolto particolarmente. In occasione dell’arresto di Zagaria, oltre ad essermi informato da alcuni miei amici che hanno materialmente partecipato alle conferenze stampe dell’arresto, per capire le dinamiche di arresto ed effettivamente come siete riusciti a trovarlo e a catturarlo. Avendo contatti con i ragazzi di tutta la Provincia di Caserta, ho voluto parlare con i rappresentanti delle scuole di Casal di Principe e delle zone adiacenti. Otre a conoscere ormai gli episodi più tristi di quei territori e tutti i soprannomi degli esponenti dei clan, l’opinione, non dico della popolazione di Casal di Principe, ma sicuramente della maggior parte dei ragazzi mi ha lasciato alquanto perplesso. Zagaria gestiva il traffico economico del clan. Questi ragazzi sostengono tutt’oggi che a causa dell’arresto di Zagaria 150 persone o più probabilmente famiglie, adesso non ricordo bene, sono andate a finire in mezzo ad una strada. Mi hanno raccontato che oltre a fornire soldi, non avendo parenti, passava le festività a casa dei vicini. In particolare alla famiglia ospitante per lo scorso Natale, Zagaria ha dato 5000 euro. L’arresto quindi, almeno per quei ragazzi è stato tutto fuorché positivo. Osservazioni che dimostrano quanto in quei territori, come anche nei nostri, ci sia ancora molto da fare e quanta sensibilizzazione si debba ancora fare.
Infine vorrei porre l’accento su una problematica che a noi studenti di questo liceo preme particolarmente. In una Sua intervista del 2008 si legge che “il legislatore deve trovare dei meccanismi più rapidi per individuare e confiscare i beni ai clan”. Oltre a dirle che la confisca dei beni alla criminalità organizzata è secondo me una delle leggi più intelligenti tra quelle che sono state promulgate in quanto oltre a colpire il patrimonio economico del clan in quanto viene confiscato e riutilizzato il bene per altri scopi, confiscandolo il clan perde un punto strategico, probabilmente di controllo del territorio e perde quindi potere. Il problema che noi giovani ci poniamo è quale sia effettivamente il riutilizzo di questi beni. Ho conosciuto una persona, ma lo ricorderanno sicuramente anche i miei amici, Peppe Pagano, esponente dell’associazione Libera che ha riutilizzato un bene che tutt’oggi ha in gestione a Casal di Principe sotto il nome di NCO, Nuova Cucina Organizzata. A Caserta città ci sono 12 se non 16, dipende dalle persone che lo dicono, beni confiscati che sono stati effettivamente confiscati ed abbandonati. Poi però, da studente vedo che i ragazzi non hanno luoghi per aggregarsi, associazioni di volontariato che non hanno sedi,numerosi disoccupati e potrei continuare la lista per molto tempo ancora. Mi chiedo allora, invece di aspettare che i clan recuperino i beni, magari con la vendita all’asta con il famoso presta nome, una buona soluzione non sarebbe quella di favorire il riutilizzo di questi beni, magari per creare nuove strutture lavorative o spazi per i giovani?
Io concludo qui, anche perchè ho già rubato troppo spazio. Grazie per l’attenzione.

Caserta 13 aprile 2012

corriereweb

Pubblicato da maestrilavoro

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