I lati deboli di un sistema complesso

seconda  parte

di Giuseppe Taddei 

In tale alveo si colloca la parola metaverso che è un termine coniato dallo scrittore Neal Stephenson nel suo libro di fantascienza del 1992 “Snow Crash” (incidente sulla neve) che narra una realtà virtuale condivisa tramite internet dove i protagonisti sono rappresentati in tre dimensioni attraverso il loro avatar. Didascalicamente la parola “avatàr” deriva dal sanscrito “avatara” cioè la discesa di una divinità sulla terra.

Per estensione nei giochi virtuali il termin  indica l’alter ego dei partecipanti sostituendoli nelle azioni di gioco. Metaverso, invece, è un mondo virtuale diretta evoluzione di internet che unisce tecnologia, social e media. Ora, dopo appena venti anni, la visione futuristica di Stephenson, alla quale forse si è ispirato Zuckerberg, si sta realizzando nel web in una dimensione virtuale dove possono accedere tutti rappresentati in 3D dal proprio avatar. Ancorché questa innovazione informatica possa apparire avveniristica bisogna rendersi conto che le tecnologie c.d. “esponenziali” hanno avuto ed hanno nel tempo una velocità di crescita e di impatto che nel durante sono aumentate sempre più velocemente ed in modo non lineare.

L’automobile ha impiegato circa 62 anni per raggiungere una diffusione pari a 50 milioni di utilizzatori nel mondo, il telefono fisso 50 anni, la televisione 22 anni, i computer 14 anni, fino ad arrivare a facebook che ci ha messo solo 4 anni. L’applicazione che ha avuto la crescita più veloce è stata pokèmon go, gioco per dispositivi mobili basato sulla realtà aumentata e geo localizzazione, che ha impiegato soltanto 19 giorni per raggiungere 50 milioni di utenti. Oltre a Facebook moltissime aziende stanno già pensando al notevole giro di affari, si immagina svariati miliardi di $, che potrà generare l’accesso degli utenti ad un nuovo universo fatto di esperienze, film, concerti, incontri, e tutto quanto si potrà immaginare in forma digitale. Nei prossimi anni ogni cosa avrà un suo doppio; anzi a ben vedere già siamo doppi, siamo molteplici sui vari social, nelle varie liste di  whatsapp, nei profili di Netflix o di Amazon. Presto avremo un corpo sotto forma di avatar, una immagine tridimensionale verosimilmente di tipo olografica, un fascio di luce 3D quasi solido. Ci saranno piazze doppie, edifici doppi che saranno realizzati con computer grafici tridimensionali oppure con la fotogrammetria che è la possibilità di fotografare ovvero scansionare edifici o qualsiasi altro oggetto reale e riproporlo tridimensionalmente nella realtà virtuale come se fossero fotografie da attraversare oppure spazi nei quali muoversi. In alcuni paesi asiatici le città hanno un doppio virtuale di ogni oggetto, di ogni strada, di ogni semaforo.

In questo modo si possono testare e sperimentare soluzioni tecnologiche o amministrative da parte dello specifico Comune prima ancora che vengano messe in atto. Invece, in alcune città europee, questo tipo di programmazione sta avvenendo con l’ausilio di google map.  Apparentemente siamo noi a muovere questo mondo virtuale, ma in realtà esso agisce in via autonoma con una vita propria. Si pensi che se oggi l’umanità dovesse sparire improvvisamente, tutto il mondo digitale continuerebbe ad esistere: le videocamere continuerebbero a registrare e trasmettere immagini, le piattaforme social continuerebbero a diffondere news, gli account bancari ad eseguire pagamenti di rate di prestiti e mutui, i server continuerebbero ad estrarre byte coin. In effetti finché continueranno a funzionare in maniera automatica le centrali che producono energia elettrica il cyber spazio continuerebbe a vivere.

Ciò è possibile grazie alla intelligenza artificiale prodotto finale della tecnologia informatica che, nell’operare in una dimensione autonoma molto elevata, è capace di gestire e fornirci i risultati di una enorme, spropositata mole di dati nonché degli algoritmi anticipatori dei gusti e delle tendenze del mercato preziosi per le strategie produttive e della distribuzione nei settori dell’industria e del commercio. Ma vi sono anche i lati deboli del sistema complessivo rappresentati dagli attacchi di ciber sicurezza, non ultimo il caso di televisori smart che, invece di aiutare gli utenti al dialogo interattivo, controllavano i loro dati e li inviavano ad agenzie ed enti specializzati nella profilazione dei consumatori. Altro aspetto che potrebbe sembrare inquietante è quello che attiene alla nostra estensione digitale, al nostro avatar, che è destinato ad avere una vita propria ed autonoma poiché gli algoritmi gli consentono di effettuare scelte sulla base dello storico e delle conoscenze acquisite e sistematizzate che l’intelligenza artificiale ha di noi e rappresentarci a prescindere dalla dimensione spaziale e temporale. In altre parole si tratta di elaborazioni come quella del lutto che non è un film di fantascienza, un film distopico, ma è una sorta di immortalità un cimitero virtuale nel quale il defunto continua ad avere una sua rappresentazione grazie agli algoritmi. 

Ad esempio fra non molto su facebook i morti, ovvero i profili delle persone nel frattempo decedute, supereranno i vivi, oppure gli avatar di persone defunte, tramite l’intelligenza artificiale che va a riprendere le loro parole, i loro ricordi, potranno “vivere” di vita autonoma all’infinito. Qui, però, si apre un problema etico nella misura in cui: si andrebbe a porre il delicato tema della vita oltre la morte; la questione meriterebbe una diversa trattazione; la specifica narrativa esula dalle logiche economiche; si potrebbe andare incontro anche ad eventuali derive immorali. In simbiosi con la realtà virtuale c’è, poi, la realtà aumentata che ci fa vedere delle informazioni, dei dettagli anche microscopici, virtuali proiettati nel mondo reale. La chirurgia robotica, lo smartphone, il cruscotto dell’automobile sono tutte pratiche attuazioni e realizzazioni di questa tecnologia. In un futuro molto prossimo ci sarà un nuovo concetto di sito web diverso da come lo concepiamo ora. Ci sarà l’e-commerce dove entreremo virtualmente in un punto vendita interagendo con gli avatar dei commessi oppure del negoziante che parlerà con noi come se fossimo all’interno di una video game, ma ci sembrerà di stare nel suo negozio. In particolare, nel presente, due dei settori dove viene praticato un uso intensivo della c.d. tecnologia immersiva sono: quello militare, dove ci sono i simulatori per l’addestramento sia per le operazioni di difesa sia per quelle di attacco, e quello dell’aviazione civile per la formazione dei piloti di linea. Altri usi ed applicazioni si trovano nell’ambito della moda come ci ha fatto vedere Prada con le sue passerelle virtuali. Ulteriore ed intelligente sviluppo delle tecnologie si pratica in ambito ospedaliero sia per la chirurgia robotica, sia per i pazienti che indossano caschetti oppure visori interattivi che promuovono stati mentali positivi e rilassanti che li distraggono dalle sensazioni spiacevoli legate all’ambiente nosocomiale, alle terapie, al dolore, all’ansia, all’isolamento sociale. Si pone a tal punto una riflessione sulla evoluzione del pensiero umano, sul suo sviluppo, sulle sue pratiche attuazioni, sulla sua genesi ed estensione, sulla sua collocazione nella dimensione universale e metatemporale. Ci soccorre in tal senso l’insegnamento di Sant’Agostino che, riprendendo la dottrina filosofica dello stoicismo (Atene 300 a.c.), ripropone a più chiare lettere la teoria delle “ragioni seminali”.

Per il Santo, Dottore della Chiesa, Dio non crea la totalità delle cose possibili (sviluppo tecnologico) ma immette nel creato (pensiero umano) i semi o germi di tutte le cose possibili. Dio ha creato, insieme alla materia, cioè al primitivo mondo conosciuto, virtualmente tutte le possibilità di pratica evoluzione della medesima (pensiero creativo) che sono le ragioni, le componenti “seminali” di ogni sua estensione, modificazione, perfezionamento. In estrema sintesi Sant’Agostino ci dice che l’evoluzione del mondo nel corso del tempo altro non è che l’attuarsi ed il realizzarsi delle “ragioni seminali” date da Dio in dono all’intelletto umano per il prolungamento della sua azione creatrice.

mdl Giuseppe Taddei 

Pubblicato da maestrilavoro

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