Con decreto, di Re Vittorio Emanuele III il 30 dicembre 1923 nasceva l’onorificenza della stella al merito del lavoro. Era poco più di un anno da quando fu costitituito il primo governo guidato dal capo del fascismo e tutto sembra che si trattasse di un favore concesso agli industriali che lo avevano agevolato nell’ascesa al potere, per diversificare la vecchia onorificenza del 1898 quella al “Merito Agricolo ed Industriale” che inglobava sia i datori di lavoro che le maestranze.
Il tutto è chiaramente specificato nel volume “Maestri del lavoro in camicia nera” stampato dalla edizione Rubbettino, del mdl Mauro Nemesio Rossi circa dieci anni fa, e che traccia il primo ventennio, quando per avere l’onorificenza era necessario l’iscrizione al partito Nazionale Fascista.
Il volume sarà ripresentato alle scuole secondarie della provincia di Caserta in occasione delle celebrazioni del Centenario da parte del CeSAF Maestri del lavoro a partire da dicembre prossimo e durante il presente anno scolastico,.
Va ricordato che, da parte sua, la Federazione Nazionale dei Maestri del lavoro con sede in Roma organizzerà una giornata nazionale, da tenersi ai primi giorni di dicembre, dedicata alla “Stella” a Roma e in tutti i capoluoghi di Regione. Infatti il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha accolto la proposta di celebrare al Quirinale la cerimonia del Centenario stesso con tutte le autorità dello Stato.
In quella giornata saranno consegnate, le Stelle al Merito del Lavoro del 2023 ad una rappresentanza di neo Maestri di tutte le venti Regioni, presente l’intero Consiglio Nazionale della Federazione. La cerimonia di consegna, che tradizionalmente si svolgeva il Primo Maggio, è stata spostata, a dicembre, per ricordare il centenario. Contemporaneamente alla cerimonia al Quirinale, in tutti i Capoluoghi di Regione i Prefetti consegneranno le Stelle ai nuovi Maestri dei Consolati Provinciali insigniti il primo maggio sorso.
Particolarmente augurante e significativa sarà la presenza al Quirinale alcuni dei Maestri Centenari viventi (sono 45 in tutta Italia dal Piemonte alla Sicilia) come testimonianza del forte impegno che i Maestri del Lavoro, da un secolo, offrono, “volontariato alle nuove generazioni con il loro esempio e il loro insegnamento nelle scuole e nella società.”
Le origini storiche della “Stella”: le prime decorazione al “Merito Agricolo ed Industriale” nascono con la delibera di Re Umberto I che promunga il Regio Decreto del 1º maggio 1898, n. 195, istituisce la decorazione al Merito Agricolo ed Industriale. l’onorificenza consistente in una medaglia d’oro ovale sormontata dalla Corona Reale con l’effigie del sovrano nel davanti e nel retro una stella a cinque raggi contornata di spighe e la scritta «Al Merito Agrario» o «Al Merito Industriale».
Veniva conferita ai grandi industriali o a coloro che avevano acquisite importantissime benemerenze, nonché altra decorazione: la Medaglia d’Onore d’argento con uguale il davanti l’effigie del sovrano ed al verso: nel contorno la scritta «Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio» e nel centro «Onore al Lavoro» destinata quest’ultima ai dipendenti degli imprenditori, di qualunque grado, con almeno 30 anni di “lodevole ed ininterrotto servizio”.
Ogni anno non si potevano conferire che 20 medaglie d’oro di cui 12 per merito agrario ed 8 per quello industriale; né più di 10 medaglie d’onore.
Le prime erano assegnate con decreto reale, le seconde con decreto del Ministero dell’Agricoltura, udito un apposito Consiglio che esaminava i titoli degli aspiranti. La medaglia che non rivestiva il carattere di ordine cavalleresco ma solo di Medaglia di Benemerenza, si poteva considerare equivalente alla Medaille du Travail o Medaglia d’Onore del Lavoro tuttora esistente in Francia ove è legata essenzialmente all’anzianità di servizio; essa, nell’attuale nostro ordinamento è assimilabile ai premi di fedeltà al lavoro e del progresso economico concessi dalle Camere di Commercio.
Ancora due anni e si arriva al 1923; il 30 dicembre, con due distinti decreti, la decorazione che, come abbiamo visto, era sinora unica per imprenditori e lavoratori subordinati, si scinde, da una parte rimane l’Ordine cavalleresco «Al merito del lavoro», dall’altra sorge «La Stella al merito del lavoro», le 60 decorazioni «unite» allora esistenti si riducono a 10 per i titolari di azienda e vengono portate a 100 per i lavoratori dipendenti, solo lavoratori manuali però, con espressa esclusione delle categorie impiegatizie. A differennza di allora i maestri oggi non ricevono alcun vitalizio cosa che durante il fascismo esisteva. Le mogli dei decorati della stella al merito del lavoro spesso erano chiamate a presenziare le manifestazioni pubbliche il varo delle navi e sommergibili ed anche altro.