Continua il progetto “I sabati del villaggio” per gli studenti dell’Istituto tecnici “Villaggio dei Ragazzi” di Maddaloni, la storica scuola voluta dal compianto Don Salvatore d’Angelo.
Questa volta nel prestigioso salone non sono intervenuti soli gli studenti diplomandi , ma anche le terze e quarte classi, per affrontare un tema molto dibattuto, quello della modifica dello Statuto dei lavoratori e che ha come prospettiva lo statuto del lavoro, più adatto ai sistemi produttivi che cambiano.
Si è trattato del sesto incontro, i primi quattro hanno riguardato il profilo delle multinazionali che hanno operato nel territorio del Casertano. L’Organizzazione produttiva della Olivetti spa, dell’industria ex Firema, per la realizzazione dei vagoni ferroviari, della ex 3M Italia spa, e della laminazione sottile tenute rispettivamente dal Mdl Mauro Nemesio Ross, dall’ing. Rosario Dietze, dal mdl Donato Pasquariello e dal Mdl Ciro Sinagra, un seminario sul Senato della Repubblica tenuto dal dirigente dell’ufficio di stenografia dott. Massimo Martinelli.
Negli incontri che hanno come base il soft skill al fine di mettere i giovani in condizioni di essere apprezzati per le competenze trasversali durante un colloquio di selezione per accedere al mondo lavorativo, non poteva mancare una giornata dedicata alla storia del sindacato. Un tema brillantemente affrontato da Camilla Bernabei, segretaria Generale della CGIL Casertana.
“Storia del sindacato dalla Carta del lavoro al Job Act”, un viaggio tra storia e cronaca che parte dal lontano 21 aprile del 1927. “Un documento che risentiva fortemente delle tendenze politiche del tempo – ha spiegato Mauro Nemesio Rossi, ma che aveva origini lontane già dalla Carta del Carnaro che discende dall’interventismo di sinistra dei Fascio rivoluzionario d’azione internazionalista, ma soprattutto dal sindacalismo rivoluzionario di Alceste De Ambris e Filippo Corridoni, che in parte si ritrova nel Manifesto dei Fasci italiani di combattimento, pubblicato su “Il Popolo d’Italia” il 6 giugno 1919. Nonostante i grossi limiti che aveva la legge, furono stabiliti traguardi importanti per i lavorato come le 40 ore settimanali e dal punto di vista giuridico era garantita dal revisione fatto dal giurista Alfredo Rocco. Bisogna arrivare al 1970 del secolo scorso per avere una legge più consona ai tempi quella legge 300 conosciuta meglio come lo Statuto dei lavoratori e alcuni partiti anche di sinistra si astennero perché lasciava fuori dall’art. 18 (licenziamento per giusta causa) le imprese al di sotto di 15 dipendenti.”
La segretaria Generale della Cgil Camilla Bernabei ha descritto l’opera e l’impegno sociale, di quello che è considerato il protagonista e padre del sindacato moderne Giuseppe Di Vittorio che da umile bracciante agricolo delle Puglie riesce ad interpretare le istanza del lavoratori nel secondo dopoguerra, contribuendo alla rinascita sociale sia dei lavoratori agricoli che dei metalmeccanici successivamente.
Non sono mancate critiche al Job act che rappresenta un arretramento delle conquiste dei lavoratori degli anni settanta del secolo scorso e come la “tutela crescente”, non tutele maestranze ma cancella con un colpo di spugna i diritti acquisiti in anni di lotta.
Alla fine dell’incontro è stato proiettato un filmato sulla nascita della CGIL.